La Bibliografia gramsciana, fondata da John M. Cammett, ora curata da Francesco Giasi e da Maria Luisa Righi con la collaborazione dell'International Gramsci Society raccoglie volumi, saggi e articoli su Gramsci pubblicati dal 1922 e pubblicazioni e traduzioni degli scritti di Gramsci dal 1927. Per aggiornamenti, integrazioni o correzioni scrivere a: bibliografiagramsciana@fondazionegramsci.org

  • Di Meo, Antonio Egemonia, linguaggi e catarsi. Note sul pensiero gramsciano
    The concept of hegemony was widely present in the 19th century's culture, both with
    reference to ancient history (notably, the Greek and the Etruscan history), and to contemporary
    history (Prussian Hegemony, Piedmontese hegemony). In Italy the same notion
    was also widely used in the analysis of the "language question". The language
    question has been until now erroneously regarded as the origin of Antonio Gramsci's
    use of the hegemony notion within the other parts of his thought, especially with reference
    to the process of formation and stabilization of a modern State. For Gramsci, in
    fact, the culmination of the hegemonic process coincides with the realization of a "armoured
    consensus of coercion", that is to say a tightly organized set of more or less
    complex civil institutions, mentalities, languages, cultures, behaviours (including the
    unconscious ones), habits, but also of single (intellectual) personalities who operate
    either individually or in different sort of groups. Such process may or may not imply the
    development of social subjectivities, who may play either a passive or active part within
    the process. The process itself is neither univocal nor unidirectional, it is made of many
    and different stages, all continuously characterized by conflict between different options.
    Here the idea originates that "the starting point of the whole philosophy of praxis"
    is the "fixation of the 'cathartic' moment", i.e. the elaboration of the structure in the
    superstructure, which is the preliminary passage from necessity to freedom, where the
    former is connected to the (more or less complete) unconsciousness on the part of social
    agents of the true mechanism generating their actions and their will; while freedom
    implies intellectual command of the objective conditions in which they operate,
    which constitutes the first step for their modification and change. The notion of Catharsis
    is thus crucial, and it will be examined also with reference to the psychology of
    the time in which Gramsci was elaborating his thought.

    Il concetto di egemonia era largamente presente nella cultura dell'Ottocento, sia nello
    studio della storia antica (greca ed etrusca), e poi di quella contemporanea (egemonia
    prussiana, egemonia piemontese). In Italia questo concetto aveva avuto un'ampia
    diffusione anche nella trattazione della "questione della lingua" finora considerata - riguardo
    all'opera di Antonio Gramsci - erroneamente all'origine dell'uso che questi ne
    fa nel resto del suo pensiero in particolare nel processo di formazione e stabilizzazione
    di uno Stato moderno. Il culmine del processo egemonico, infatti, per Gramsci consisteva
    nella realizzazione di un «consenso corazzato di coercizione» ossia un insieme
    fortemente organato di istituzioni civili più o meno complesse, di mentalità, di linguaggi,
    di culture, di comportamenti anche inconsapevoli, di abitudini, ma anche di singole
    personalità (intellettuali) operanti individualmente o raggruppate nelle forme più diversificate.
    Processo giocato sulla crescita o meno delle soggettività sociali; sulla loro
    condizione di più o meno accentuata passività oppure attività all'interno di esso; processo
    non univoco, né unidirezionale, fatto di tanti e diversi stadi, nel quale il conflitto fra più e diverse opzioni è sempre presente. Di qui, ancora, l'idea che «il punto di partenza
    per tutta la filosofia della praxis» è la «fissazione del momento "catartico"», ossia
    della elaborazione della struttura nella sovrastruttura, che è il preliminare passaggio
    dalla necessità alla libertà, dove la prima è interconnessa alla inconsapevolezza più
    o meno totale da parte dei soggetti sociali del reale meccanismo generatore delle loro
    azioni e della loro volontà; la seconda, invece, nel dominio intellettuale delle condizioni
    oggettive di vita nelle quali operano, primo passo per modificarle o rovesciarle. Centrale,
    dunque, è il concetto di catarsi esaminato però anche in riferimento alla psicologia
    dell'epoca in cui Gramsci operava.
    FA PARTE DI: Gramsciana, 2016, 51-72
    SOGGETTI:Coscienza; Psicologia; Filosofia Della Praxis; Egemonia





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Here the idea originates that "the starting point of the whole philosophy of praxis" is the "fixation of the 'cathartic' moment", i.e. the elaboration of the structure in the superstructure, which is the preliminary passage from necessity to freedom, where the former is connected to the (more or less complete) unconsciousness on the part of social agents of the true mechanism generating their actions and their will; while freedom implies intellectual command of the objective conditions in which they operate, which constitutes the first step for their modification and change. The notion of Catharsis is thus crucial, and it will be examined also with reference to the psychology of the time in which Gramsci was elaborating his thought. Il concetto di egemonia era largamente presente nella cultura dell'Ottocento, sia nello studio della storia antica (greca ed etrusca), e poi di quella contemporanea (egemonia prussiana, egemonia piemontese). In Italia questo concetto aveva avuto un'ampia diffusione anche nella trattazione della "questione della lingua" finora considerata - riguardo all'opera di Antonio Gramsci - erroneamente all'origine dell'uso che questi ne fa nel resto del suo pensiero in particolare nel processo di formazione e stabilizzazione di uno Stato moderno. Il culmine del processo egemonico, infatti, per Gramsci consisteva nella realizzazione di un «consenso corazzato di coercizione» ossia un insieme fortemente organato di istituzioni civili più o meno complesse, di mentalità, di linguaggi, di culture, di comportamenti anche inconsapevoli, di abitudini, ma anche di singole personalità (intellettuali) operanti individualmente o raggruppate nelle forme più diversificate. Processo giocato sulla crescita o meno delle soggettività sociali; sulla loro condizione di più o meno accentuata passività oppure attività all'interno di esso; processo non univoco, né unidirezionale, fatto di tanti e diversi stadi, nel quale il conflitto fra più e diverse opzioni è sempre presente. Di qui, ancora, l'idea che «il punto di partenza per tutta la filosofia della praxis» è la «fissazione del momento "catartico"», ossia della elaborazione della struttura nella sovrastruttura, che è il preliminare passaggio dalla necessità alla libertà, dove la prima è interconnessa alla inconsapevolezza più o meno totale da parte dei soggetti sociali del reale meccanismo generatore delle loro azioni e della loro volontà; la seconda, invece, nel dominio intellettuale delle condizioni oggettive di vita nelle quali operano, primo passo per modificarle o rovesciarle. 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