La Bibliografia gramsciana, fondata da John M. Cammett, ora curata da Francesco Giasi e da Maria Luisa Righi con la collaborazione dell'International Gramsci Society raccoglie volumi, saggi e articoli su Gramsci pubblicati dal 1922 e pubblicazioni e traduzioni degli scritti di Gramsci dal 1927. Per aggiornamenti, integrazioni o correzioni scrivere a: bibliografiagramsciana@fondazionegramsci.org

  • Seddone, Guido Gramsci, Wittgenstein e Sraffa su prassi, prassi produttive e crisi

    Lo stabilirsi di una procedura sociale dominante viene considerato spesso in ambito filosofico con sospetto per via del rischio di polarizzazione o accentramento di potere politico e finanziario da parte di forze o classi sociali spesso minoritarie. La fase successiva allo stabilirsi di una procedura sociale è la sua giustificazione che in ambito marxista è solitamente definita come Ideologia. Tale ideologia ha una base filosofica in quanto coinvolge e presuppone una coerente unità del pensiero e una concezione del reale che si differenzia dal senso comune per il fatto di non essere frammentata ed occasionale. Inoltre, l'elemento ideologico si concretizza sia attraverso teorie economiche e politiche sia attraverso un assetto istituzionale e legale che rende possibile la conservazione e stabilizzazione delle attività produttive e dei conseguenti equilibri sociali. Diretta conseguenza di tale stabilizzazione dei rapporti economici e produttivi è il fatto che una ideologia tende a "nascondere" le crisi sociali, economiche e politiche che si innescano come effetto della procedura dominante e dei suoi assetti socio-finanziari. Un sistema ideologico è per necessità un sistema che tutela e giustifica interessi particolari e attitudini individuali a discapito dell'intero sistema sociale e produttivo in cui esso si innesta. Le componenti di un sistema ideologico sono molteplici ed includono teorie economiche, principi giuridici, interpretazioni storiche, principi filosofici ecc. A causa del suo carattere teorico e autoreferenziale l'ideologia non tutela l'intera comunità e viene applicata a prassi sociali e produttive portate avanti e sostenute da molti più individui di quelli che determinano l'ideologia stessa. Avviene così che l'uomo comune chiamato da Gramsci uomo-massa1 subisce l'ideologia e la prassi sociale dominante in maniera acritica ed inconsapevole divenendo strumento di una classe egemone, di una classe, cioè, che ha sviluppato una concezione teorica della realtà per la salvaguardia dei propri interessi particolari. In questo contributo si analizza il nesso teorico tra prassi e crisi e ci si confronta con l'opera di tre pensatori accomunati da un forte interesse per il carattere immanente delle prassi sociali e per una certa diffidenza nei confronti di teorie isolate dal contesto operativo e storico.


    Available online: Giornale Critico (Accessed August 1, 2016)

    FA PARTE DI: Giornale Critico di Storia delle Idee, 2014





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    Lo stabilirsi di una procedura sociale dominante viene considerato spesso in ambito filosofico con sospetto per via del rischio di polarizzazione o accentramento di potere politico e finanziario da parte di forze o classi sociali spesso minoritarie. La fase successiva allo stabilirsi di una procedura sociale è la sua giustificazione che in ambito marxista è solitamente definita come Ideologia. Tale ideologia ha una base filosofica in quanto coinvolge e presuppone una coerente unità del pensiero e una concezione del reale che si differenzia dal senso comune per il fatto di non essere frammentata ed occasionale. Inoltre, l'elemento ideologico si concretizza sia attraverso teorie economiche e politiche sia attraverso un assetto istituzionale e legale che rende possibile la conservazione e stabilizzazione delle attività produttive e dei conseguenti equilibri sociali. Diretta conseguenza di tale stabilizzazione dei rapporti economici e produttivi è il fatto che una ideologia tende a "nascondere" le crisi sociali, economiche e politiche che si innescano come effetto della procedura dominante e dei suoi assetti socio-finanziari. Un sistema ideologico è per necessità un sistema che tutela e giustifica interessi particolari e attitudini individuali a discapito dell'intero sistema sociale e produttivo in cui esso si innesta. Le componenti di un sistema ideologico sono molteplici ed includono teorie economiche, principi giuridici, interpretazioni storiche, principi filosofici ecc. A causa del suo carattere teorico e autoreferenziale l'ideologia non tutela l'intera comunità e viene applicata a prassi sociali e produttive portate avanti e sostenute da molti più individui di quelli che determinano l'ideologia stessa. Avviene così che l'uomo comune chiamato da Gramsci uomo-massa1 subisce l'ideologia e la prassi sociale dominante in maniera acritica ed inconsapevole divenendo strumento di una classe egemone, di una classe, cioè, che ha sviluppato una concezione teorica della realtà per la salvaguardia dei propri interessi particolari. In questo contributo si analizza il nesso teorico tra prassi e crisi e ci si confronta con l'opera di tre pensatori accomunati da un forte interesse per il carattere immanente delle prassi sociali e per una certa diffidenza nei confronti di teorie isolate dal contesto operativo e storico.

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